Henri de Toulouse – Lautrec
Autore: E. Manetti (Arigraf)
Nel 1884 si trasferisce a Parigi e frequenta assiduamente, in una sorta di ribellione disperata e rivendicativa, ambienti considerati disdicevoli ed immorali dalla sua aristocratica famiglia, che lui invece trova accoglienti e ricchi di vita e di umanità: case chiuse, circhi, cabaret. di cui ritrae nei più di mille tra dipinti, manifesti e litografie, la vita quotidiana, gli aspetti più particolari, miserabili e segreti. Bevitore di alcool, malato di sifilide, viene colto sempre più spesso da depressioni, crisi di irascibilità e stati maniacali fino ad essere ricoverato, nel 1899, in una casa di cura per malattie mentali. Colto da ictus nell'agosto del 1901, cade in coma e muore il 9 settembre, a 37 anni.
La scrittura appare espressiva, spontanea ed estremamente disuguale in dimensione, continuità (il legame tra le lettere) e pressione, la zona media si ingrandisce in alcune lettere affettive ("a" ed "o") e si modula fino a destrutturarsi: tutte queste caratteristiche ci registrano un senso di sé oscillante ed insicuro ed un'affettività esigente, ma sofferente e frustrata. Lo spazio mal gestito per l'invadenza e la poca distanza tra le righe fino quasi all'intricamento sono segni di bisogno di esteriorizzarsi in una generale mancanza di organizzazione e di oggettività. Le righe ascendenti e instabili, il tracciato estremamente disuguale tra momenti di tensione e una generale mollezza, le "code di volpe" (parole discendenti in fine parola), mostrano la discontinuità emotiva febbrile e logorante. Gli infangamenti, la disarmonia, i ritocchi, le frammentazioni se da una parte sono l'espressione di creatività ed effervescenza, dall'altra dimostrano una patologica e disfunzionale sofferenza emotiva.